Rottamazione cartelle Equitalia, ”siamo in attesa dei correttivi o la manovra rischia di piegare ulteriormente i diritti dei contribuenti”. I nodi sulla riuscita della manovra prevista dal DL stanno venendo al pettine, ”solo un contribuente ogni 4 riesce a rottamare, escluse quasi tutte le PMI”.
”I piccoli e medi imprenditori hanno accumulato debiti tali da impedirne il pagamento in 5 rate, una situazione che coinvolge il 90% degli imprenditori. Questo è dovuto anche e soprattutto per il mancato recepimento da parte del governo e di Equitalia dell’ultima sentenza della Corte di Cassazione che determina in 5 anni la prescrizione dei contributi previdenziali andati a debito ed è infatti da sempre l’INPS, a pesare sulle spalle di tutti i liberi professionisti”. Nei correttivi quindi il governo è chiamato ad inserire, affinché la rottamazione abbia gli effetti desiderati e non crei sacche di ingiustizia o disparità di trattamento, l’eliminazione dalle cartelle iscritte a ruolo di tutte quelle somme non dovute perchè andate prescritte, ma anche tutte quelle somme a debito decadute perchè annullate con sentenze passate in giudicato”. Dobbiamo interrompere il corto circuito fiscale e ridare corrente alle attività produttive, ”fin ora abbiamo strozzato tutte le categorie di lavoro tranne quelle che hanno potuto godere di percorsi internazionali tali da spostarne la domiciliazione fiscale e bancaria in paradisi fiscali, lasciando le nostre imprese affogare sotto una sleale concorrenza, un carico fiscale dove tutto fa reddito, anche lo strumento acquistato per lavorare, e senza nessuna tutela o contributo ma anzi, pignorando ogni diritto con il risultato di polverizzare posti di lavoro creando enormi disagi sociali”.
Per Federcontribuenti oltre alla revisione del DL sulla rottamazione delle cartelle esattoriali occorre mettere concretamente mano al carico fiscale, ”le imposte locali sommate alle nazionali assorbono il 70% dei redditi, questo viola il diritto di ogni contribuente. La colpa è da attribuirsi alle politiche fiscali amichevoli con chi ha evaso o traghettato all’estero ingenti capitali lasciando ai pochi e piccoli contribuenti il peso di tutto uno Stato. Dobbiamo spalmare più equamente le tasse e aiutare chi crea sviluppo e occupazione”.
Una storia simbolo di piccolo imprenditore seguito dalla Federcontribuenti.
La storia del sig. Colosi è ”scandalosa, mortificante per le istituzioni stesse. Nel 1995 Colosi era titolare di 3 società per la produzione, trasformazione, confezionamento e commercializzazione di olio extra vergine d’oliva. Decide di chiedere un contributo comunitario, tutto bene fino a quando riceve un controllo: all’inizio la GdF sospettava un giro di fatture false e vendita fittizia, ma ben due processi penali lo assolvono senza dubbio. Dimostrato in sede penale che i capi di imputazione non sussistevano perchè non si è fermata anche la procedura fiscale? A distanza di 20 anni, Equitalia invia a Colosi cartella pari a 30 milioni di euro, pignoramento presso azienda dello stipendio e presso la banca dove ha un conto da 25 anni e ora la surroga del giudice ad un passo dall’ultima udienza. ”Il sig. Colosi si è visto privare – senza aver commesso alcun reato di natura fiscale – del lavoro e del diritto alla giustizia e questi sono i correttivi che ci aspettiamo al DL sulla rottamazione delle cartelle Equitalia, vale a dire la possibilità anche di annullare in toto una cartella esattoriale illegittima”.